DAGO HERON

La ‘vergine’ dello S.Q.U.I.R.T.

(So Quando Utilizzare Intensamente Rotulanti Tocchi)

Tu, ne eri curiosa, lo desideravi.
Io, sornione, volevo vedere se ancora una volta ero capace di realizzare quel desiderio.
E poi diciamolo, e sempre una bellissima soddisfazione, un bellissimo piacere quando parte questa esplosione.

La giornata è iniziata come avevo pianificato, venendo a prenderti e facendoti fare il viaggio fino a casa mia ordinandoti di esporre le tue forme quel tanto che basta per provocare la tua finta pudicizia.
Arrivati a casa un altro piccolo cambio di registro per spingerti ancora un po’ di più in quello stato mentale e fisico che avevo progettato per te, alternando il tutto con piccoli premi che sapevo desideravi.
E poi il collare ed il guinzaglio, le corde, fino ad immobilizzarti legata al tavolo, esposta, indifesa, alle mie fantasie e ai miei desideri.
Il ticchettio del tempo rallenta, mentre le mie mani continuano il loro incessante lavoro e la tua voce sottolinea uno dopo l’altro i risultati raggiunti.
Gli oggetti si alternano, le mie gocce di sudore bagnano il pavimento.
25 è un bel numero, soprattutto per chi pensava che arrivare a 5 fosse quasi impossibile.

Le corde si sciolgono prendendoti per il guinzaglio, come un cucciolo ubbidiente, ti porto in camera.
Entrambi sappiamo che è un segnale, un cambio di ritmo, più rilassato e giocoso.
È così che tra una risata e uno scherzo, le mie mani si appropriano nuovamente di te e, cercandolo con insistenza per la prima volta, eccolo, un piccolo zampillo.

Tu nemmeno te ne rendi conto, ma io l’ho visto e so cosa significa. È un seme, un inizio, se saprò ascoltare e assecondare sarà solo un crescendo.
Il tempo piano torna ticchettare normalmente, chiacchiere, risate, confidenze, riflessioni, confessioni, ma come resistere ad un’ultima provocazione.
E questa volta è chiaro, distinto, abbondante! Non ci sono dubbi, è lui.
Due sorrisi diversi si dipingono sui nostri volti, entrambi raccontano soddisfazioni, per quanto diverse.

È tempo di portarti a casa, è tempo di altre chiacchiere, di rientrare nelle proprie vite.
Mentre torno a casa realizzo che non ho, non abbiamo mangiato e il mio stomaco reclama cibo.

Mentre ingurgito zuccheri, carboidrati e quant’altro possa servire a placare velocemente la mia fame il cellulare vibra: “Non ci credo Daddy, ho squirtato grazie a te. Ogni volta che ci ripenso sorrido come un’ebete”


Pubblicato

in

da