
Un salto nel passato
sentirmi trent’anni di meno
con una tecnologia senza spunte blu.
Aggiornare, aggiornare, aggiornare
quella maledetta pagina
pregando che compaia quel simbolo,
imprecare quando non è qualcosa di tuo,
gioire come un ragazzino quando lo è.
E in questo loop infinito ci perdiamo,
sapendo di essere ridicoli, eppure lo so
che dall’altra parte fa lo stesso:
due anime in refresh simultaneo.
Una danza diventata droga,
un rituale che ci possiede.
Folle, tremendamente folle,
prede dei nostri demoni
che si alimentano l’un l’altro
lasciandoci l’illusione di controllarli
mentre loro si divertono
osservandoci rincorrerci
verso un precipizio
che fingiamo di non vedere.
Ma i demoni sanno
che amiamo la caduta
più della salvezza.