Per quanto tempo si erano stuzzicati ?
Per quanto tempo si erano provocati ?
Per quante volte erano arrivati ad un soffio dal concretizzare tutto e poi qualcosa li aveva fermati ?
Eppure erano ancora li, come se qualcosa li tenesse continuamente l’uno vicino all’altra.
Tutto era iniziato come sempre per colpa di quel maledetto internet.
Le solite due vite insoddisfatte, le solite due vite che trovavano punti in comune e appoggio l’un l’altro.
Due vite che anche se in modo diverso avevano percorso strade simili.
Due vite che però avevano avuto anche la fortuna di non fermarsi solo al mondo virtuale.
Si è vero, come ho scritto sopra, nel mondo reale si comportavano piuttosto diversamente da quello che facevano quando si incrociavano in msn, anche se quando gli sguardi si incrociavano una persona attenta, poteva accorgersi della particolare intensità che si accendeva nei loro occhi.
Sicuramente la distanza non aveva permesso loro di muoversi diversamente, e i figli, che anche da separati impegnano, anzi forse di più.
Così non restava che vivere le loro vite, nel modo più intenso possibile, e continuare quel gioco di complicità e provocazione che avevano sempre portato avanti.
E questo permetteva, che se ne rendessero conto o meno, a mantenere accesa quella brace che fingeva di spegnersi sotto una finta coltre di cenere.
Come resisterle d’altronde.
Lory è una perticona di un metro e novanta, con due gambe che non passerebbero inosservate nemmeno ad un ceco. Un personalità raggiante e irradiante, e uno stile naturalmente appariscente. I suoi occhi, la sua risata, i suoi capelli corti e sbarazzini e le sue labbra sempre pronte al sorriso. Come resistere ?
Un difetto ? Se proprio vogliamo insistere, un po’ più di seno farebbe di lei qualcosa di ancora più desiderabile. Ma forse ne rovinerebbe anche l’armonia.
A questa miscela, di per se già pericolosa, si aggiungevano le confidenze, le confessioni e gli scambi di fantasie che spesso si facevano.
In particolare la passione di Lory per gli stivali, in particolare quelli lunghi.
Dago era il perfetto contrasto. Più basso di lei, bassissimo quando lei indossava quei micidiali tacchi, di corporatura atletica, senza apparire esageratamente, generalmente ombroso, quasi scontroso quando si trovava all’inizio in mezzo a gente nuova, sapeva diventare improvvisamente l’istrione della serata.
Sapeva come guardare una donna, e per come lo aveva raccontato a lei, nelle innumerevoli chiacchierate in msn, sapeva come toccare una donna.
E poi … beh poi c’erano quelle storie che lui ogni tanto scriveva, e che aveva mandato a Lory da leggere.
Tutto questo continuava a mantenere aperta una forte attrazione, curiosità l’uno verso l’altro.
Eppure ….
Eppure era capitato che si trovassero soli, ma non erano riusciti a combinare nulla. Qualche volta si sono chiesti il perché, ma alla fine l’unica risposta che erano riusciti a darsi era che probabilmente non era il momento giusto. Nessuno dei due aveva intenzione di saltare addosso all’altro e passare come un assatanato.
Se doveva succedere, doveva essere qualcosa di … memorabile.
Un momento da vivere e gustare attimo per attimo, dedicandosi completamente l’uno all’altro.
Un bacio e una stropicciata in macchina non avrebbe soddisfatto nessuno dei due. Ritrovarsi in un miscuglio di corpi non avrebbe appagato la curiosità ne dell’uno ne dell’altro. Bisogna aspettare il momento giusto.
A dispetto della distanza che li separava, Dago, con una scusa o un’altra era spesso dalle parti di Lory. Visite a clienti, o semplicemente la scusa di andare a trovare l’amico Luca e passare un po’ di tempo alle terme erano occasioni in cui le loro vite si incrociavano allegramente. Ma era difficile restare soli. Sembrava sempre di fare un torto a qualcuno. E così non rimanevano che gli sguardi, le battute a doppio senso, confessioni spudorate che sembravano semplici battute e soprattutto sempre e ancora stuzzicarsi via msn.
Ma ultimamente Lory sembrava lanciare messaggi ben più decisi via messenger, e così Dago decise di organizzare qualcosa di diverso per una volta.
“Chi non risica non rosica – pensò – e comunque si concluda sarà una serata divertente”
D’altronde era gia capitato che passassero una sera assieme, ed era stato davvero una serata divertente.
Ricordava come si era presentato a quel appuntamento, in ritardo e gia mezzo ubriaco. Per liberarsi del collega tedesco con cui aveva cenato con abbondante vino, si era dovuto bere anche due birre. Lory lo aveva portato a bere l’assenzio, che a Dago aveva spento ogni velleità! Eppure ricordava il tempo passato in macchina con lei, la voglia di allungarsi, baciarla. Quante volte si era chiesto cosa sarebbe potuto succedere, perché non lo aveva fatto.
Questa volta voleva fosse tutto diverso.
Aveva prenotato il solito mini appartamento, si era organizzato per una cena semplice e romantica, apparecchiato come si conviene nel più classico dei modi.
Lory si era presentata puntuale come sempre, ed era inequivocabile che aveva recepito le intenzioni di Dago.
Indossava una semplice camicetta, che portava abbastanza sbottonata e faceva capire che non portava reggiseno. Una minigonna vertiginosa che metteva in risalto le lunghe gambe e gli stivali, lunghi, lucidi, con un tacco da paura.
Quando Dago le aveva aperto la porta, le parole gli si erano bloccate in gola. Lei è scoppiata a ridere e si è piegata per baciarlo sulle guance. Il suo profumo aveva fatto da elettrochoc, rianimandolo.
L’appartamento era illuminato solo da candele sparse un po’ ovunque, l’incenso profumava delicatamente l’aria. Tutte cose che lui sapeva lei avrebbe apprezzato.
La cena era iniziata tranquilla, il vino aveva aiutato a sciogliere e scaldare gli spiriti, e verso fine cena avevano affrontato sinceramente il perché di quel invito a cena e il perché lei lo aveva accettato.
Lentamente le loro voci avevano iniziato a cambiare tono, diventare un sussurro roco, fino a quando Lory si alza, lenta ma decisa.
Dago resta bloccato, non sa come reagire. Lei sfila rapidamente qualcosa dalla borsetta che non fa in tempo a capire cosa sia e si siede a cavalcioni su di lui.
Lo guarda, sorride e lo bacia.
Un fuoco esplode nella pancia di Dago, una fiammata che divampa fino nel cervello. Appoggia le mani sulle sue cosce ma lei lo blocca. Risale con le mani lungo le sue braccia, le infila sotto la giacca facendogliela scendere a mezzo braccio, imbrigliandolo. Lei si stacca, lo guarda sorridendo. Lui la fissa cercando di capire cosa ha in mente, poi compaiono le manette che rapida usa per bloccargli le mani dietro la schiena.
Panico! No, non esageriamo, non panico ma è la prima volta che si trova in questa situazione e non sa come reagire, non riesce a capire lei cosa abbia in mente.
Lory scoppia a ridere con quella sua risata gioiosa.
Lui strattona ancora una volta le manette, cercando in qualche modo di liberarsi. Quante volte aveva sognato di baciarla, spogliarla, toccarla, passare ore ad accarezzarla con le dita e con le labbra fino a farla impazzire.
Ora invece si trovava li seduto e immobilizzato. E lei che in piedi di fronte a lui non riusciva a smettere di ridere.
“Scusa ma … dovresti vederti… “
Lentamente riprende il controllo di se stessa, si piega verso di lui, i visi si sfiorano e le sue labbra sfiorano il suo orecchio.
“Mi farò perdonare … ho una fantasia che solo tu puoi soddisfare” e conclude con un dolce e sensuale bacio sul lobo.
Lentamente si spoglia davanti a lui, fa un po’ di posto sul tavolo e si siede a gambe spalancate. Indossa solo i suoi stivali. E le sue mani iniziano a muoversi in modo sensuale sul proprio corpo.
Ogni tanto allunga la mano sul tavolo, raccogliendo qualche avanzo di cibo per giocare, e tutto questo fa crescere l’eccitazione in tutti e due.
Dago continua a deglutire. Sente il sangue pulsare, nelle orecchie e nei pantaloni. L’erezione è così forte da essere dolente, soprattutto perchè imbrigliata dai pantaloni. Non riesce a darsi pace per essere li imbrigliato.
“Non puoi farmi questo Lory, sto impazzendo dalla voglia di … di …” sono talmente tante le cose che le farebbe che non riesce nemmeno a formulare una frase di senso compiuto.
Lei lo fissa, appoggia una mano sul tavolo dietro di se, la mano sul seno inizia a scivolare giù, le gambe si aprono ancora di più, offrendo al meglio lo spettacolo del suo sesso curato, la mano avvolge, accarezza, le dita aprono la sua intimità allo sguardo ormai lascivo, pazzo di Dago.
“Lasciami portare a termine la mia fantasia … poi potrai fare tutto quello che vuoi!”