DAGO HERON

Lory – capitolo 2

Le dita, lunghe e affusolate iniziano a giocare con il suo sesso.
Si muovono lente, sicure, conoscono quello che toccano e sanno esattamente come toccarlo.
Ma per Dago, tutto questo viene vissuto al rallentatore. Gli occhi sono fissi li, sulle sue dita, su come si muovono, come e cosa toccano.
Gli sembra di avere la febbre tanto sente il corpo bruciare e le mani dietro la schiena sudano, mentre braccia costrette ed immobilizzate in quella posizione scomoda iniziano ad intorpidirisi.
“Lory, ti prego … liberami” il tono è tra il furioso e il disperato
Le lunghe dita non smettono di muoversi su e giù, accarezzano le labbra, le schiudono appena, un dito ci scorre in mezzo, poi due, schiudono ancora di più i due petali che si stanno gonfiando di piacere.
“Io … Io …” balbetta mentre qualcosa di lucido compare a lubrificare ed esaltare lo spettacolo e facendogli morire le parole sulle labbra.
Le dita ora giocano con la clito, la nascondono, la massaggiano, la sfregano, poi delicate la coccolano, in alcuni momenti sembra addirittura la masturbino come fosse un piccolo pene.
Dago è teso, corpo e mente sono separati da anni luce, e i suoi testosteroni, se fossero visibili, sarebbero peggio di palline dentro un flipper.
Lory invece cerca di restare concentrata su quello che sta provocando in lui, anche se a volte l’eccitazione di vederlo in quello stato, completamente in suo potere è cosi forte da farle perdere il controllo.
La mano rallenta.
“Guardami!”
La sua voce è come non l’aveva mai sentita prima, calda e roca, e i suoi occhi luccicano come ha sempre sognato. Ma lui è li a mezzo metro da quello che ha sempre sognato senza poterlo toccare. Ne sente solo il profumo, un forte profumo che manda in tilt ogni vano tentativo di autocontrollo.
Lui la guarda negli occhi.
“Stupido … devi guardare più giù!”
Gli occhi come se volessero accarezzarla piano scendono. Le dita di Lory hanno aspettato pazientemente. Quando sente lo sguardo puntato li, lente, due dita affondano dentro di lei.
Le sue dita ? Il suo sguardo ? Forse tutte e due le strappano un gemito dal profondo del corpo.
Le spinge più a fondo che può, inarcando il corpo, spingendolo contro le dita, poi fissandolo lentamente le ritrae.
Avete presente i cartoni animati giapponesi e le loro strane espressioni ? Se dovessi dipingere Dago adesso userei una di quelle rappresentazioni con la gocciolina di fianco. Peccato che a lui scenda veramente da un angolo della bocca.
I muscoli si tendono, il desiderio inizia ad avvicinarsi alla follia, ma nello stesso tempo sa che se si muovesse da li, potrebbe rovinare tutto l’incantesimo.
Le dita escono ricoperte di qualcosa di appiccicoso, Lory lentamente le separa, lasciando che lui veda il sottile filo che unisce le due dita e le porta alla bocca succhiandole e gustandole teatralmente.
A lui non resta che deglutire e leccarsi le labbra.
Poi la mano torna dove deve tornare, inizia a massaggiare freneticamente, poi le dita iniziano a tuffarsi dentro di lei, affondando ripetutamente, ora due, ora tre dita.
Dalla bocca sfuggono gemiti sempre più forti. Lei non ha più bisogno di guardarlo, sente il suo sguardo bruciarle sulla pelle, sente la sua eccitazione come un forte odore che riempie l’aria. Il corpo imperlato di sudore, che si dimena, spinge andando sempre più velocemente incontro alle dita. Si ferma giusto un attimo prima. Non è ancora il momento.
Dago ha una faccia sbalordita come se avessero interrotto a lui l’orgasmo che orami sentiva pronto.
Lei si sente tutta rossa, affannata, ma la sua mente ha avuto ancora un’idea. Si gira solo un attimo, e prende la bottiglia di prosecco rimasta sul tavolo.
Fissa Dago con un sorriso malizioso mentre ripulisce il collo della bottiglia da tutta la carta stagnola.
“L’idea non è originalissima, ma le dita non mi bastavano più … – strizza gli occhi fissandolo – averti in mio potere mi sta facendo impazzire”
Mentre porta a termine la frase avvicina piano il collo della bottiglia alla palpitante fessura tra le sue cosce. Il vetro è ancora freddo. Il primo contatto è quasi traumatizzate, strappa un forte gemito a Lory. Ma nulla avrebbe potuto fermarla. Senza ulteriori indecisioni spinse piano dentro la bottiglia osservando attentamente le reazioni di lui e lasciando che il suo corpo si abbandonasse al piacere.
Si sentiva divisa in due. Da una parte le sensazioni fisiche, la bottiglia che la riempiva cosi bene, allargandola man mano che faceva entrare sempre di più la bottiglia. Dall’altra c’erano le emozioni che gli dava vedere Dago ipnotizzato e in suo potere, costretto a guardarla senza poterla toccare.
La bottiglia si muove sempre più velocemente e profondamente.
Dago nota come sul vetro rimangono sempre più umori, come la bottiglia invade il corpo Lory, allargandola e allargandola ancora. Le fantasie esplodono nel suo cervello come fulmini di straordinaria potenza. Vorrebbe urlare ma non gli esce la voce dalla gola. Vorrebbe muoversi ma si sente come paralizzato.
“Lory ti supplico liberami, sto impazzendo qui cosi”
Lo sguardo malizioso di lei si fissa nei suoi occhi mentre sfila la bottiglia e ricomincia a trastullarsi con la mano.
“E se ti liberassi … cosa vorresti fare ?” una pausa mentre non distoglie gli occhi da quelli di lui “Vorresti toccarmi?” le dita affondano dentro di lei, uscendo piene dei suoi umori. Le porta lentamente alla bocca, succhiandole con gusto.
“O vorresti leccarmi, sentire quanto sono buoni i miei umori ?” sorride bastarda.
“Smettila ti prego … mi stai …” ma lei non gli lascia finire la frase.
“Ti sto cosa? – lo incalza – ti sto eccitando? Ti sto facendo perdere la testa…eh Dago…?”
Si passa il dito umido tra le labbra e raccoglie un po’ dei suo umori, avvicina le dita al viso di Dago, che chiude gli occhi e apre la bocca aspettandosi una piccola ricompensa per la sua ubbidienza.
Lei invece striscia il dito subito sotto il suo naso, lasciandogli sulla pelle il suo odore pungente, proprio li dove è obbligato a continuare ad annusarlo.
Lui spalanca gli occhi, rabbiosi, le braccia si tendono, e le manette gli fanno male ai polsi.
“Sei una strega!” quasi le urla in faccia, mentre il corpo si tende tentando di alzarsi.
Lei rapida gli punta uno stivale in mezzo al petto obbligandolo a rimanere inchiodato a quella dannata sedia.
“Strega dici ?” ride sommessamente “Non hai ancora visto nulla, voglio che ogni cellula del tuo corpo mi desideri – diventa seria per un secondo, poi sorridendo di nuovo – fino al limite della follia”
Come nulla fosse successo Lory si gira, sale sul tavolo, si mette in ginocchio, la bottiglia appoggiata sul tavolo, lentamente ci si appoggia e inizia a danzare su e giù.
Da dietro lo spettacolo è ancora più eccitante. Dago riesce a vedere anche il buchino che pulsa talmente lei è eccitata.
Lei si torce per guardarlo, mentre accelera i movimenti, ora non ha più intenzione di fermarsi, non può più fermarsi, ha quasi l’impressione di sentire la bottiglia picchiare in fondo tanto si agita freneticamente su di essa.
Un flash improvviso, che parte dallo stomaco, irradiandola fino alle parti più remote del suo corpo, per poi implodere nuovamente ed esplodere nel suo utero.
“Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ….” L’urlo di liberazione le brucia la gola, mentre il suo corpo in preda a convulsioni continua a dimenarsi sulla bottiglia e sente il fiotto dei suoi umori colarle lungo l’interno delle cosce. Le unghie tentano di conficcarsi nel piano del tavolo mentre quell’orgasmo non sembra avere termine.
Lentamente riprende il controllo, il corpo rallenta, riesce a riaprire gli occhi e a mettere a fuoco la faccia di Dago che la fissa con la bocca spalancata, il viso paonazzo e una vistosa protuberanza nei pantaloni.
“Nessuno mi aveva mai fatto questo … “ riesce a biascicare.
“Ah si ?” domanda fintamente ingenua Lory sfilandosi dalla bottiglia e sedendosi nuovamente di fronte a lui sul bordo del tavolo a gambe spalancate.
“Si “ riesce a risponderle con un filo di voce.
“E questo te lo ha mai fatto nessuno ?”
Senza dargli il tempo di rispondere lo afferra per i capelli, trascinandolo giù dalla sedia cosi violentemente da farlo cadere in ginocchio, tra le sue cosce, e facendogli sbattere violentemente il viso contro il suo sesso fradicio di umori.
Al primo istinto di reazione rabbiosa si mischia a prende il sopravvento l’eccitazione. Lory continua a muovere su e giù la sua faccia contro il suo sesso, quasi lo soffoca ma l’odore del suo orgasmo è più inebriante della droga più potente, apre la bocca iniziando a succhiarla, leccarla, come il più fedele dei cagnolini.
La mano di Lory non lascia mai in momento i suoi capelli, continuando a guidarlo dove a lei piace, dove più le piace, ora più sulla clito, che gli offre aprendogli le labbra, poi giù, sporgendosi maggiormente sul bordo del tavolo, in modo che lui possa penetrarla il più possibile con la lingua.
Il corpo è percorso da brividi di piacere. Continuava quello sdoppiamento straordinario tra il piacere del corpo, adesso dato dalla lingua di Dago che la esplorava in ogni dove, e il potere di averlo in pugno, di guidarlo come e dove voleva, scegliendo lei cosa fargli fare.
Improvvisamente gli libera la testa.
“Ora fammi godere!” gli dice portandosi ancora più sul bordo
Le braccia oramai completamente intorpidite e bloccate dietro la schiena, le gambe informicolite dalla posizione, non gli resta che il collo e la lingua per cercare di dare il massimo piacere a quella strega che lo sta soggiogando a suo piacere.
Eppure non ha esitazioni, la lecca sempre più velocemente, concentrando i suoi sforzi sulla clitoride, la lingua oramai gli duole, le mandibole hanno i crampi da tanto sono aperte.
La sente gemere, grugnire, sente di essere vicino al raggiungimento del suo compito.
Poi improvviso l’urlo, quasi disumano, il corpo di Lory che si contrae, le cosce che scattano come una tagliola stringendosi attorno al collo di Dago, mentre lui cerca di continuare a leccarla per bere tutto il suo orgasmo.
Ora veramente si sente quasi soffocare, il corpo è quasi tutto intorpidito, la testa gli gira.
Le gambe finalmente mollano la presa. Lui si lascia scivolare sul pavimento a tentare di riprendere le forze.
Lory scivola giù dal tavolo, lo guarda.
Non sa esattamente nemmeno lei cosa gli è preso. Sa solo che gli è piaciuto, e anche tanto.
Silenziosa si inginocchia e gli libera i polsi.