DAGO HERON

Passioni contrastanti – capitolo 16

Folle … oramai tutto era folle. O forse semplicemente non era più in grado di ragionare come loro. Kika era in pericolo. Oramai ne aveva la certezza. Adesso poi sarebbe stato tenuto sotto controllo si dai buoni che dai cattivi. Tutto si complicava.
La chiave. Sicuramente quello sarebbe stata la sua unica chance per ribaltare la situazione. Bisognava decidere come fare.
“Andrea … voglio andare nel mio uficio! Qui mi sento inutile e non posso fare nulla. Almeno in ufficio un modo per passare il tempo lo trovo.”
“Ok, ma sappi che sei comunque sotto controllo. Non posso permettermi che tu faccia cazzate.”
“Voglio tornare anche io in ufficio!” subito si associo Gianluca.
Era in ufficio che Dago teneva tutto. Appena rientrati nel loro ufficio Gianluca guardo Dago. “Spiegami tutto quello che ti passa per la testa.”
“Credo che l´unica cosa sia andare ad aprire quella maledetta cassetta e scoprire cosa cè dentro. Oramai è giunto il momento. Solo dopo potremo decidere il da farsi.”
“E per uscire da qui ??? Come farai ?”
“Semplice, torniamo ai vecchi ma sempre buoni travestimenti. Ho tutto in un armadio nel mio ufficio. Tu devi solo controllare se all´albergo è ancora presente Guadalaxara, e tieni a portata di mano tutte le informazioni che hai su di loro.”
Dago si giro verso il quadro sulla parete e lo sposto per accedere alla cassaforte. Prese le due pistole che conteneva, controllò che fossero cariche, poi prese i due telefoni che tenevano per le emergenze e la chiave della cassetta. Consegno una pistola e un telefono a Gianluca.
“D´ora in poi ci sentiamo solo tramite questi, che sono puliti. Io vado a cambiarmi e vado alla banca. Ti chiamo quando ho scoperto cosa contiene la cassetta.”
“Dirti … mi raccomando … mi sembra superfluo …”
Recuperato tutto il necessario per il travestimento, Dago si richiuse in bagno. Dopo 5 minuti usci una persona completamente diversa, che dimostrava 30 anni in piu … con il passo incerto e claudicante. Utilizzando l´uscita d´emergenza che avevano costruito attraverso le cantine usci in strada 1 isolato piu avanti della XXX. Li lo aspettava il taxi che aveva chiamato. “C.so Sempione 75, la City Bank per favore”

Kika era sul letto legata, nuda, i vestiti strappati. Massimilano non aveva resistito e aveva approfittato di lei. Si sentiva sporca e impotente. Come poteva un uomo pensare che usando questi mezzi una donna potesse innamorarsi o anche solo accettare di vivere con un uomo. Con un uomo cosi poi. E Dago ? Chissà dove era Dago adesso. Cosa stava facendo. ´Bastardo, io ti ho amato, ti amo, e tu ?´
Doveva liberarsi. Doveva fuggire prima che la portassero a Cuba. La non avrebbe avuto più scampo. Ma adesso era troppo stanca. Gli doleva il viso per il pugno, e il corpo per le altre cose che aveva dovuto subire. Inizio a piangere e lentamente scivolo in un sonno per nulla tranquilo.

Dago per tutto il percorso continuo a controllarsi alle spalle. Grazie a dio nessuno lo seguiva. Entro nella banca e si fece accompagnare nel caveaux. Prese la cassetta e si rinchiuse nella stanza privata. Le mani gli tremavano ed erano sudate. Il contenuto di quella cassetta aveva sulla coscienza già troppe vite. Alzo lentamente il coperchio. Osservò il contenuto. Mise tutto nella valigetta che si era portato e si preparo ad uscire.
Appena fu fuori chiamo Gianluca. “Ho preso tutto quello che c´era dentro la cassetta e sto rientrando. Li come è la situazione ??”
“Tranquilla … nessuno ha chiesto di te. Ma muoviti!”
“Sono li più velocemente che posso!”
Uscendo dalla banca si scontro con un gruppo di persone dall´atteggiamento prepotente. Alcuni dei loro volti risultarono familiari a Dago.
Il taxi era ancora li che lo aspettava. “Mi riporti dove mi ha preso per favore”

“Buon giorno sono Massimiliano Guadalaxara. Vorrei parlare con il direttore della banca per favore”
“Glielo chiamo subito …”
“Buon Giorno sono Corsi, il direttore come posso esserle utile ?”
“Mio zio Lorenzo Brando aveva una cassetta di sicurezza presso la vostra banca. E´ morto settimana scorsa e io sono l´esecutore testamentario” disse Massimiliano allungando una carta al Direttore che attestava quanto da lui appena detto.
Il direttore sbianco in volto, tentando di farfugliare qualcosa. Massimiliano percepi immediatamente che qualcosa era successo.
“Signor … Corsi, cè qualcosa in quel documento che non va.
“Veramente Signor Guadalaxara il documento è perfetto. Al limite dovrei solo ottenere delle autorizzazioni semplicissime… mah 5 minuti fa è venuto il signor Brando a svuotare la cassetta …”
“Come ??” Massimiliano urlo.
“Anzi … credo che vi siete incrociati uscendo, era quel signore anziano con la valigetta. Credo di dover chiamare la polizia.”
Un uomo di Massimiliano usci di corsa dalla banca per cercare l´anziano.
Il Direttore della banca si avvicino a un telefono per chiamare la polizia. Quando si giro non c´era più nessuna traccia di Massimilano e della sua banda